Mariangela Artese: arte, moda e sperimentazione

M.A.: I primi ricordi più creativi sono quelli con mia madre, con cui passavo ore e ore dipingendo animali su piatti di terracotta, lavorando argilla e das e creando simpatici personaggi. Trascorrevo il tempo a guardare mio padre dipingere e mia madre trasformare vestiti adornandoli con fiori, pizzi, dipingendomi le camice e i vestitini.
Sicuramente questo è stato un momento molto importante per sviluppare il mio lato artistico e creativo. Crescendo questa passione ha continuato ad accompagnarmi, m’iscrissi alla Facoltà di Sociologia alla Sapienza di Roma, ma una delle cose che più amavo era creare le illustrazioni per la copertina di un giornale dell’Universitá, autoprodotto, che si chiamava “Insinuosamente”. Ogni mese, oltre a scrivere un articolo, preparavo un collage a tema, normalmente era il mio hobby, il mio momento di evasione dalla realtà, il mio rifugiarmi nel mio mondo.
Cosi dopo avere ottenuto una borsa di studio per andare a studiare un anno all’’estero, mi trasferii a Bilbao e li conobbi una realtà artistica incredibile.
Nelle ore in cui non avevo lezione, m’intrufolavo nei corsi della facoltà di Belle Arti: fotografia, scultura, storia dell’arte…mi appassionava quell’ambiente e la gente che lo frequentava, avevamo molto in comune…Così una volta laureata decisi di intraprendere la mia vera strada, dedicarmi a quello che sempre mi aveva intrigato e fatto sentire bene, il mondo dell’arte. Non so come, ma riuscii subito a trovare un qualcosa che unisse la mia passione per l’illustrazione e la lavorazione con le mani. Da lì decisi di entrare nel mondo della moda.
M.A.: Come dicevo prima la moda è stato un modo per unire l’illustrazione con la manualità, nel momento in cui decisi di entrare in questo mondo iscrivendomi ad un Master di fashion design, cominciai a conoscere un po’ più da vicino le sue diverse sfaccettature. Una volta creata la mia prima collezione di abiti “La Magia del Subcosciente”, cominciai a partecipare a sfilate, eventi di moda, presentazioni ecc.. e mi resi conto di molte cose. Il mondo della moda è un mondo molto creativo ma anche effimero e abbastanza superficiale, un mondo con cui non mi rispecchio molto, che però mi ha permesso di poter dare vita alle mie idee.
Quindi decisi di usare la moda come strumento per la mia arte, creare con le mie illustrazioni, collezioni di accessori e vestiti, rendendole indossabili. Nell’ultima collezione, Artes, è nata anche la collaborazione con l’artista Nicola Artese (che è anche mio padre), in cui i suoi quadri sono diventati protagonisti dell’ultima collezione di abiti “ModArte”, “Sogni di Carta” selezionata a settembre nella “Feria di Arte Contemporanea” di Castellón. Enzo Biffi Gentili affermò che chi fa autoproduzione opera nel tentativo spesso riuscito di rinnovare le arti applicate facendo crescere un “artigianato metropolitano” .
Un artigianato che “si occupa di tatuaggi o di materiali nuovi reinterpretando nuove richieste di sopravvivenza, occupazione, autonomia e differenza”, aprendo cosi un campo infinito di sperimentazione.

M.A.: Principalmente mi ispira quello che succede fuori e dentro di me, amo farmi ispirare dalle forme della natura e i suoi colori, devo dire che le bellissime spiagge vicino Bilbao mi aiutano molto.
Mi ispirano i sogni, sogno molto e spesso da li nascono belle idee… Poi mi può ispirare il lavoro di un fotografo o di un illustratore. Amo la street art, e le città un po’ decadenti in cui traspare la loro essenza e autenticità.U.V.: Ecosostenibilità e riciclaggio rappresentano due elementi chiave del tuo lavoro. Quali sono i materiali che hai sperimentato e con cui oggi ami lavorare?
M.A.: Il concetto di ecosostenibilitá è fondamentale nel mio lavoro, la maggior parte delle case di moda oggi producono in condizioni abbastanza riprovevoli. Cina, India…qui la manodopera è più economica, ma la situazione dei lavoratori spesso è delle peggiori, questo è uno dei punti che voglio combattere. Tutto il processo di disegno e confezione sia degli accessori sia dei vestiti del mio brand, avviene in Spagna e in Italia ed è quasi tutto diretto e prodotto da me con l’aiuto di alcuni collaboratori, dipendendo dal progetto. Per quanto riguarda il riciclaggio dei materiali, ho lavorato con bottoni antichi e scarti di pelle per le collezioni delle collane, cravatte, ritagli di stoffe e ultimamente sto sperimentando il caucciù riciclato dai pneumatici. Penso che più del materiale che si usi sia importante avere un’idea originale.
U.V.: Dall’Italia alla Spagna. C’è nel tuo futuro una nuova destinazione, anche solo desiderata?
M.A.: Sì, proprio in questi giorni sto organizzando una permanenza di due mesi in una residenza artistica a Lisbona, una città che mi inspirò moltissimo, culturalmente molto attiva e artisticamente stimolante.
U.V.: Attualmente chi sono i professionisti nella moda con cui ti piacerebbe lavorare?
M.A.: Come dicevo più che nel mondo della moda i miei referenti li trovo nel mondo dell’arte, però uno stilista che penso che sia riuscito a creare delle vere e proprie opere d’arte è Alexander Mcqueen, anzi è stato dato che ci ha lasciato qualche anno fa. Se fosse ancora in vita mi piacerebbe lavorare con lui.
U.V.: Un ricordo speciale, un incontro o un momento che ha cambiato o semplicemente segnato il tuo percorso creativo e professionale.
M.A.: In questi anni ce ne sono stati molti di momenti speciali, tra i quali ricordo il giorno in cui sono stata contattata da un giornalista di “Vogue Sud America” per un’intervista sulle cinte cravatte, e la prima volta in cui il direttore del mio master mi ha chiamato per dare una conferenza alle nuove alunne.
Non so, tante piccole soddisfazioni… Anche semplicemente aver conosciuto artisti come: Tunipanea, Laurent Leger, Almudena Ruiz, Clack studio pro, Uniko, Angel, Ines Bermejo, Chenchia che hanno rivoluzionato il mio percorso artistico. Dalla sinergia con ognuno di loro sono nate collaborazioni e progetti incredibili.
U.V.: Un poeta o uno scrittore che potrebbe meglio esprimere la tua visione artistica e a cui ti senti più vicina.
M.A.: In questo momento della mia vita direi che è lo scrittore spagnolo Roy Galan, che riesce a toccarmi veramente nel profondo. Un sognatore un po’ romantico, ma che sa essere anche cinico e duro se vuole.
U.V.: Progetti a cui stai lavorando attualmente?
M.A.: Attualmente sto terminando l’ultima illustrazione di una serie di 4 collage, che rappresentano i diversi stati in cui ho vissuto la fine di una storia d’amore. Ogni collage viene accompagnato da un volto di un animale, un cervo, un lupo, una leonessa, un volatile, la sinergia tra l’uomo e la natura. Ognuno per me rappresenta uno stato d’animo, un momento, in cui tutti noi possiamo ritrovarci durante la nostra vita.
Info Contatti e Lavori:
Pagina Facebook: Mariangela Artese
Sito web: Mariangelartese.com